L’anno scolastico appena concluso, per l’Istituzione facente capo all’ I.P.E.O.A. “ Michele Lecce “, Istituto Alberghiero, con sede a Manfredonia e San Giovanni Rotondo, ha segnato un passaggio di fondamentale importanza, perché, in primis, si è potuto segnalare, quale bella notizia, non solo per la scuola, ma per l’intera comunità manfredoniana, la tanto attesa attivazione dei laboratori di sala e cucina, presso la sede associata di Manfredonia.
“Siamo giunti alla conclusione di una battaglia pluriennale, i cui esiti, a livello meritorio, sono da attribuire anche ai miei predecessori “, ha dichiarato il professor Luigi Talienti, Dirigente Scolastico della predetta comunità educante. “E quindi, è stato segnato un passaggio fondamentale, mirante alla crescita di una realtà scolastica che, come più volte ribadito, vuole assurgere ad una funzione fondamentale al centro del territorio, senza entrare, chiaramente, in competizione con altre Istituzioni scolastiche.
Anche perché, la scuola è unica e, pertanto, il sistema educativo è unico. La nostra Istituzione scolastica, dal canto suo, offre un determinato percorso di studi, oggi finalmente completo, cui gli studenti possono scegliere liberamente di accedere.
Finalmente, da quest’anno, il segmento didattico comprenderà anche la pratica laboratoriale.
Una grande conquista per la nostra scuola, cui si aggiunge, con grande orgoglio, l’attivazione dei corsi serali presso la sede distaccata di Manfredonia.
Il sottoscritto, ad esempio, rievocando i tratti salienti del suo percorso didattico, ha sempre lavorato, con amore e dedizione, nei corsi serali, e crede fermamente nella valenza didattico/pedagogica di questi percorsi, i quali riescono a far fronte a delle necessità legittime di persone, che hanno delle problematiche e delle esigenze lavorative, spesso, non concilianti con il percorso di studi. In particolar modo, è stato attivato il primo periodo didattico di secondo livello, ovvero, il primo monoennio della scuola superiore, dicasi scuola secondaria di secondo grado.
Noi, intanto, siamo già pronti per attivare la terza classe, che rappresenta il segmento didattico di importanza preminente, che culminerà, poi, in una seconda fase, con la conclusione del percorso del secondo ciclo d’istruzione. Adesso, come non mai, bisogna lavorare per portare la comunità e, soprattutto, la scuola, a conoscenza di questa possibilità. Premettendo che, non è l’alunno che deve cercare la scuola, ma è quest’ultima a dover cercare il discente, rivolgendosi anche a coloro che, in passato, non hanno avuto la fortuna di essere scolarizzati, per svantaggi sociali e problematiche varie.
Queste persone devono essere ricercate, perché possano affermare pienamente il senso concreto di una seconda possibilità, quale quella rappresentata dai corsi serali. Noi abbiamo un tasso molto elevato di dispersione scolastica rispetto alla media europea. La scuola, come sistema educativo, deve agire in maniera fattiva, al fine di ridurre l’entità eccessiva del predetto tasso di dispersione.
Per realizzare ciò, è necessario che essa, come non mai, scenda in campo e ricerchi l’utenza. Per quanto riguarda la ripartenza del sistema scuola, noi, com’è giusto che sia, lo faremo con estrema sicurezza, in termini di stretta osservanza di un protocollo che, già durante gli esami di stato, ha dato degli esiti positivi.
Ovviamente, il protocollo va potenziato, in quanto dovrà essere strutturato su di un arco temporale più ampio rispetto a quello, limitato, della durata degli esami di maturità. Come Istituzione scolastica, in primis, abbiamo fatto richiesta agli Enti preposti, della disponibilità di ulteriori strutture logistiche, presso le quali dislocare le classi. Naturalmente, siamo in attesa di risposte. La disponibilità di questi locali, in questo particolare frangente storico, risulterebbe risolutiva alla problematica vigente.
Perché, lo sdoppiamento delle classi e l’utilizzo dei docenti, secondo un orario flessibile che tenga conto di questa struttura organizzativa, sarebbero un’ottimale soluzione, per fronteggiare l’emergenza. Ovviamente, in assenza di una risposta e di una mancata disponibilità di ulteriori strutture, la scuola, in ogni caso, non si fermerebbe. Sicuramente, nostro obiettivo è quello di avviare l’anno scolastico, formulando l’ipotesi di adottare diverse soluzioni. Nella malaugurata possibilità in cui la situazione dovesse precipitare e, quindi, si dovesse ricorrere nuovamente al lockdown, noi ci adopereremmo solo ed esclusivamente con la didattica a distanza e, partendo dall’esperienza dello scorso anno, punteremmo al suo miglioramento e potenziamento, strutturando la sua organizzazione in maniera flessibile ed elastica, riqualificando ed utilizzando degli spazi già a disposizione della scuola, per un armonico equilibrio di entrambe le sedi, che fanno parte di un unicum, indissolubile, come entità scolastica. In quel di San Giovanni Rotondo, stiamo cercando di realizzare un laboratorio dimostrativo di panificazione e di pizzeria, che sarebbe un’ulteriore possibilità, quale spazio di apprendimento che la scuola metterebbe a disposizione dell’utenza.
Tra gli obiettivi a breve termine, si colloca anche la riqualificazione dell’impianto sportivo; mentre, su Manfredonia, l’intenzione è quella di creare, con un intervento immediato, una serra didattica, che rappresenterebbe un ulteriore spazio didattico. Perché, la creazione di nuovi spazi, si profilerebbe d’importanza fondamentale per contrastare l’emergenza. La quale, paradossalmente, ci ha fornito un’opportunità, cioè quella di creare, di inventare nuovi spazi di apprendimento che, nella didattica, potranno avere un risvolto positivo, perché dovranno essere innovativi e creativi, e quindi, potranno suscitare un maggiore coinvolgimento dei discenti. Sono convinto che, questo passaggio storico, accantoni definitivamente il sistema della didattica tradizionale, frontale, e rappresenti una singolare opportunità da cogliere. Bisogna creare i giusti presupposti per un’oculata condivisione, al fine di migliorare l’aspetto didattico ed organizzativo dell’intera Istituzione.”
Giulia Rita D’Onofrio.