Oggi, domenica 14 febbraio 2021, a 88 anni, si spegne lo storico imprenditore turistico, Raffaele D’amato, che ricordiamo in questa toccante testimonianza scritta da Francesco D’arenzo.
Ci sono dei momenti nella vita di ognuno di noi, quando trovare le parole per salutare un prestigioso Uomo, nel suo ultimo viaggio, diventa difficile. Oggi è uno di quei momenti, perché non ci saranno mai parole giuste o sufficienti per ricordare l’uomo, l’imprenditore, il datore di lavoro e l’amico, Raffaele D’Amato, classe di ferro 1933: peschiciano, lavoratore, buono, simpatico, eclettico, umile, benefattore, sognatore, ottimista, trascinatore.
Figlio di genitori umili, viene dalla gavetta: inizia come raccoglitore di resina, per poi diventare manovale e, successivamente, conquista la “promozione a mastro”.A soli 20 anni è già un piccolo imprenditore edile (si ricorda, tra i tanti, lo storico palazzo D’amato).
Alla fine degli anni ’60 costruisce il primo Villaggio D’amato, in contrada “Valle Scinni”. E da qui comincia la sua “scalata turistica”…fino a giungere alla realizzazione del Camping – Villaggio “Baia di Manaccora” e l’hotel D’amato, divenute mete gettonate dal turismo nazionale ed internazionale.
Partecipa attivamente alla vita politica, come amministratore comunale. E nel campo sociale ricopre anche la carica di presidente di diverse associazioni locali. Viene insignito di numerose onorificenze importanti, come ad esempio cavaliere del lavoro.
E tanto, tanto, tanto altro ancora…
L’ultima soddisfazione è il Lido “Calalunga”, definito dallo stesso il fiore all’occhiello dei traguardi conseguiti. E da qui parte la mia collaborazione. Ricordo, con gli occhi bagnati di lacrime, il tempo trascorso dietro al bancone del bar e tra i tavolini insabbiati, mentre questo “omone”, garbato, chiedeva un fresco succo d’ananas o se ci fosse un giornale da leggere. Riaffiorano le lunghe chiacchierate, solite al tramonto, dopo una giornata di lavoro, ricche di aneddoti, barzellette, progetti. Rievoco un animo nobile, un volto rassicurante, un pilastro su cui poggiarsi.
In una piccola Comunità come la nostra, quando qualcuno se ne va definitivamente, che sia appartenente alla scuola, al calcio, alla chiesa, al turismo…siamo soliti utilizzare la frase: “ci lascia un pezzo di storia del nostro paese.” Oggi, però, ci saluta chi ha fatto la storia del nostro paese!
Mancherà a tutti, mancherà il suo modo di affrontare la vita e di affrontare il mondo, mancherà la serietà che diventava simpatia all’occorrenza, ci mancheranno le storie di vita che raccontava.
Rammento la sua professionalità ed il suo “sapere”, così come la sue brillanti opere svolte a favore di enti, associazioni e singoli.
La funesta notizia ha originato in tutti sentimenti di sconforto, nonché tristezza e contrarietà nel vedere venir meno un uomo con un immenso patrimonio di umanità, di stima e di affetti che aveva creato nella bella Peschici, e non solo…
Era uno stimolo per tutti nel cercare di anticipare e vedere le cose con una visione diversa da come, certe volte, l’abitudinaria consuetudine voglia farle apparire.
È una grossa perdita, difficile da accettare; un grande vuoto, difficile da colmare.
Non una semplice causalità andar via nel Giorno dell’Amore, lo stesso con cui ha avvolto quanti hanno avuto il privilegio di viverlo.
Alla moglie Nicoletta, ai figli Dina, Domenico, Matteo, ai nipoti e alla famiglia tutta, il mio più sincero ed affettuoso abbraccio.
Ciao, “Failù”.