Scoperta una Potenziale Strategia per la Prevenzione del Morbo di Alzheimer da Parte dell’UNIFG
Un recente studio condotto dall’Università di Foggia (UNIFG) ha individuato una possibile strategia per prevenire l’insorgenza del Morbo di Alzheimer.
Questa ricerca, pubblicata sulla rivista Redox Biology, offre nuove prospettive nella comprensione e nel trattamento di questa malattia neurodegenerativa.
Il progetto di ricerca, coordinato dal Prof. Gaetano Serviddio, Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’UNIFG, ha coinvolto l’utilizzo di avanzate tecniche di studio della bioenergetica cellulare, modelli animali e analisi bioinformatiche.
Il dott. Moris Sangineto, Ricercatore di Medicina Interna presso lo stesso dipartimento, è stato il primo autore di questa importante scoperta.
Lo studio ha evidenziato che le cellule microgliali, coinvolte nelle prime fasi dello sviluppo del Morbo di Alzheimer, subiscono una significativa riprogrammazione metabolica che favorisce l’attività pro-infiammatoria.
In particolare, l’esposizione al beta-amiloide e a prodotti batterici derivanti dall’intestino induce un cambiamento nel metabolismo cellulare, aumentando il consumo di glucosio e l’attività mitocondriale, causando stress ossidativo.
Tuttavia, le buone notizie emergono dal fatto che questa riprogrammazione metabolica potrebbe essere bloccata, riducendo notevolmente l’infiammazione cerebrale associata all’Alzheimer.
Il Morbo di Alzheimer è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dalla degenerazione del tessuto nervoso, con accumulo di beta-amiloide e formazione di intrecci neurofibrillari, causando un progressivo declino delle funzioni cognitive.
La ricerca
La ricerca suggerisce che un’attivazione eccessiva delle cellule microgliali nelle prime fasi della malattia contribuisce al danno neuronale e all’ulteriore produzione di beta-amiloide, innescando un ciclo di infiammazione.
Il Prof. Gaetano Serviddio ha affermato che questa scoperta offre nuove prospettive nella comprensione della progressione dell’Alzheimer e ha sottolineato l’importanza di investire in tecnologia di ricerca e nell’attrazione di giovani ricercatori internazionali.
Attualmente, oltre 55 milioni di persone nel mondo convivono con l’Alzheimer, rappresentando una delle principali cause di disabilità tra gli anziani. La ricerca è fondamentale, considerando che non esistono ancora terapie efficaci per prevenire o trattare questa malattia.
Il progetto di ricerca del dott. Sangineto è stato premiato con un grant dalla Società Italiana di Medicina Interna, riconoscimento che premia giovani ricercatori e che sarà assegnato in occasione del Congresso Nazionale della società (SIMI).
La ricerca dell’UNIFG promette di gettare nuova luce sulla complessa natura dell’Alzheimer, aprendo la strada allo sviluppo di terapie innovative per combattere questa malattia debilitante