Un divertimento innocente si è trasformato in tragedia ad Alessano. Un giovane durante i festeggiamenti per il suo compleanno, ha perso la vita dopo aver inalato il protossido di azoto, comunemente chiamato “gas esilarante”. Un gesto apparentemente banale, quello di gonfiare un palloncino e inspirarne il contenuto, ha avuto conseguenze devastanti.
Il protossido di azoto: un killer silenzioso
Spesso associato al mondo della ristorazione per la preparazione di creme chantilly, il protossido di azoto è diventato negli ultimi anni una sostanza psicoattiva molto diffusa tra i giovani. Inalato, provoca una sensazione di euforia e rilassamento, motivo per cui viene soprannominato “gas della risata”.
Ma dietro a questa apparente innocuità si nasconde un pericolo mortale. L’inalazione prolungata o eccessiva di protossido di azoto può causare:
- Ipossia: una carenza di ossigeno nel sangue che può portare a svenimenti, danni cerebrali e, nei casi più gravi, alla morte.
- Aritmie cardiache: alterazioni del ritmo cardiaco che possono provocare un arresto cardiaco.
- Danni neurologici: l’uso prolungato può danneggiare il sistema nervoso centrale.
Un allarme che non può essere ignorato
La morte del giovane ad Alessano è un tragico monito sui rischi legati all’uso di questa sostanza. È fondamentale che i giovani e le loro famiglie siano consapevoli dei pericoli del protossido di azoto.
Prevenire per vivere
Per evitare nuove tragedie, è necessario:
- Informare: Organizzare campagne di sensibilizzazione nelle scuole e sui media per far conoscere i rischi legati all’uso del protossido di azoto.
- Controllare: Intensificare i controlli sulla vendita e la distribuzione di questa sostanza.
- Assistere: Offrire supporto psicologico e servizi di recupero alle persone che hanno problemi di dipendenza da sostanze.
La morte del giovane ad Alessano è una ferita profonda per la comunità. Ma può anche essere l’occasione per riflettere e agire, per costruire un futuro più sicuro per tutti.