Il 24 dicembre, i rubinetti sono rimasti a secco a Chieti, proprio nella vigilia di Natale.
Un’interruzione del servizio idrico che ha suscitato forti proteste, soprattutto tra commercianti e famiglie.
Daniela Torto, deputata del Movimento 5 Stelle, ha condannato l’episodio, chiedendo risposte immediate sia da parte dell’Aca, l’azienda acquedottistica, che dalla Regione Abruzzo.
“Non solo si arrecano gravi disagi a famiglie e commercianti, ma questo atto comporta anche un danno d’immagine significativo per la città stessa”, ha dichiarato Torto, che ha sottolineato come negli ultimi anni Chieti abbia visto un incremento delle presenze turistiche proprio durante le festività natalizie.
L’episodio di Chieti rappresenta solo l’ultimo anello di una catena di difficoltà legate alla scarsità d’acqua e che non sembrano promettere miglioramenti.
Ma la situazione idrica in Abruzzo non è un caso isolato.
Anche la Puglia sta vivendo un periodo di grave crisi idrica, che si estende anche a vasti settori del Sud Italia.
Le scarse piogge, un inverno caldo e le temperature oltre la media stanno riducendo la disponibilità di acqua nelle fonti da cui dipende l’Acquedotto Pugliese (AQP), mettendo in pericolo l’approvvigionamento.
Da ottobre, AQP ha avviato riduzioni di pressione su tutta la rete per ottimizzare l’acqua disponibile, ma la situazione continua a peggiorare, con la possibilità di disservizi che potrebbero diventare ancora più gravi nei prossimi mesi.
Nel caso della Puglia, AQP ha messo in atto una serie di misure per fronteggiare la siccità. Questi includono manovre di razionalizzazione, come la riduzione della pressione sulla rete, e l’ottimizzazione dei consumi, oltre a un monitoraggio costante della situazione delle fonti idriche. L’Osservatorio permanente dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino meridionale ha recentemente aumentato il livello di severità idrica per il potabile in Puglia da basso a medio, segnalando la necessità di interventi urgenti.
Nonostante gli sforzi di AQP, che dal 2009 ad oggi è riuscito a ridurre il prelievo di acqua di circa 80 milioni di metri cubi all’anno grazie a interventi di efficienza e digitalizzazione, la siccità ha colpito duramente i principali invasi che riforniscono la regione.
La Puglia dipende da cinque grandi invasi e circa 180 pozzi, ma la scarsità d’acqua ha ridotto la disponibilità del 60% rispetto alla media storica. A questo si aggiungono le difficoltà legate all’uso plurimo delle risorse idriche, che limitano ulteriormente la quantità di acqua destinata al consumo potabile.
Le misure preventive adottate da AQP, come la riduzione della pressione della rete e il razionamento dell’acqua, hanno l’obiettivo di evitare disservizi più gravi, ma le previsioni per il futuro non sono rassicuranti. La Puglia potrebbe affrontare un’estate ancor più difficile, con la possibilità che l’acqua disponibile non sia sufficiente a soddisfare tutte le richieste.
L’emergenza idrica che coinvolge sia l’Abruzzo che la Puglia sta mettendo a dura prova famiglie e attività imprenditoriali.
Sul Gargano, Nonostante molti agricoltori abbiano regolarmente pagato per il servizio idrico, si sono trovati a dover affrontare una grave carenza di acqua per le loro coltivazioni.
Questo ha creato disagi significativi, con impatti negativi sulla produzione agricola. Nonostante il pagamento, la distribuzione dell’acqua non è avvenuta come previsto, mettendo a rischio il lavoro di molte famiglie e l’economia agricola della zona.
Le istituzioni locali sono chiamate a dare risposte tempestive e concrete per evitare che questi disagi diventino la norma, e per garantire che la gestione dell’acqua non sia solo un problema per chi vive quotidianamente con la scarsità, ma una questione che riguarda tutta la comunità.