A Carpino, dopo una stagione estiva ricca di eventi, di grandi appuntamenti, per tutti i gusti e tutte le età: musica,
teatro, intrattenimento, enogastronomia si riparte a ritmo di chitarra battente e tamburello: “…lla nòttë che cï
rròbbänö li dònnë…”. Notte di fanciulle e giovanotti innamorati, notte di danze e musiche lontane; notte di serenate
d’amore e canti di lavoro. E qui, in questa terra desolata, in un Sud che appare immerso in una dimensione
atemporale, per fuggire alla disperazione e alla solitudine si cantava. Cantavano i contadini e i pastori, i potatori, i
muratori, i braccianti, gli ambulanti, le lavandaie, gli anziani, le donne e i bambini. Voci distintive che hanno lasciato la
loro eco, per sempre. Tra queste quelle dei grandi Maestri della tarantella di Carpino: Antonio Piccininno, Andrea
Sacco e Antonio Maccarone divenuti l’emblema di questa musica: un canto viscerale che racconta di povertà, di una
vita fatta di stenti, di lavoro e fatica sin dall’infanzia, ma che non rinuncia alla dimensione poetica, intessuto com’è dei
racconti della vita in campagna, tra il grano e gli ulivi.
Al Numà (sabato 19 ottobre, ore 21), in un’atmosfera accogliente come il cuore generoso e ospitale dei carpinesi che
ancora una volta tornano a celebrare la bellezza della musica popolare, i musicisti dei Tarant Folk omaggiano i grandi
Maestri con uno spettacolo musicale unico e suggestivo. Lo fanno con suoni inconfondibili, semplici e contemporanei
che sprigionano un’energia positiva e travolgente. I Tarant Folk sono giovani del Gargano, la cui passione per le
proprie tradizioni li spinge verso una ricerca spasmodica di suoni e canti popolari. Dal Gargano al Salento, dalle dolci
melodie della tarantella di Carpino ai ritmi struggenti della pizzica fino ai racconti di Matteo Salvatore, il loro sound è
unico e inimitabile. Quella di sabato è una serata-evento ideata da Michele Russi e Antonio Romagnolo per celebrare
il linguaggio universale della musica e superare tutti i confini e le barriere, dando vita a quella magica alchimia capace
di tenere insieme generazioni distanti tra loro accomunandole e unendole sul dancefloor della tradizione
popolare. Basterà chiudere gli occhi, lasciarsi trasportare dalla musica e liberare la propria energia e creatività.
Il Numà è la location perfetta, un vero e proprio contenitore sociale situato nel centro di Carpino. Il nuovo lounge bar,
inaugurato lo scorso 22 febbraio, in breve tempo è diventato un punto di ritrovo importante per la movida locale e
non solo. Il caffè bistroit è pronto a ripartire con la musica popolare cosi come afferma Antonio Romagnolo founder
del locale con la sorella Valentina: “Siamo entusiasti di aprire questa lunga kermesse di eventi invernali con un
omaggio alla nostra musica e a Carpino”. Guidati da papà Rocco, Antonio e Valentina sono riusciti a coronare il loro
sogno più grande: investire sul territorio e provare a costruire qualcosa di bello e innovativo, contribuendo a far
crescere il loro paese d'origine. Con passione, sacrificio e determinazione sono riusciti a trasformare questo posto in
un vero e proprio contenitore, una casa, per chiunque abbia desiderio di trascorrervi del tempo. “Siamo aperti da
pochi mesi – precisa Valentina Romagnolo – e, nonostante tutto, abbiamo organizzato una serie di iniziative ed eventi
che hanno registrato un notevole successo di pubblico. Questo ci inorgoglisce e ci spinge ad offrire sempre il meglio
per i nostri clienti, per la comunità e per chi avrà voglia di venire”.
Nasce così l’evento dui sabato prossimo. “La musica e la cultura che scandiscono da secoli il ritmo della tarantella del
Gargano – aggiunge Michele Russi, musicista dei Tarant Folk e vice presidente della locale Pro Loco – devono
continuare ad essere la nostra ‘bussola’ di vita, soprattutto in un momento come questo dove i principi di moralità e la
difesa della propria identità sono offuscate. Ascoltare, suonare o danzare in un ambiente unico come quello dei fratelli
Romagnolo è un modo come pochi per ritrovare quel senso di appartenenza al territorio, così come hanno fatto
Antonio e Valentina restando e investendo nella propria terra”.