*Il mese di gennaio è legato alla stagione invernale e ad una serie di eventi che, a San Nicandro, assumono un certo significato dal punto di vista della tradizione. Ci sono, infatti, alcune ricorrenze come la commemorazione del santo abate Antonio, il 17, che si fa coincidere con l’inizio dei festeggiamenti in onore del Carnevale – ricorrente, quest’anno, dal 23 al 25 febbraio prossimi – col proverbio “A sant’Antòn, masckure e sone”; dal punto di vista meteorologico viene collegato all’aumento di un’ora di luce solare durante il giorno, col proverbio “A sant’Antòne llonga n’ora”. Nell’antichità, per molti contadini, era anche il periodo di pausa dal lavoro nei campi, spesso svolto al servizio di ricchi possidenti e “in Puglia”, per intendere lontano da casa; il tutto veniva associato alla festa in famiglia, al divertimento collettivo, fra balli, canti, suoni, attorno a grandi fuochi accesi per scaldarsi e arrostire direttamente carne, salsiccia, ceci, bere del buon vino e mascherarsi alla buona, improvvisando racconti e storie piacevoli per i presenti. Lo stesso rituale si svolge, per tradizione, il 20, nella commemorazione religiosa del santo martire Sebastiano, molto venerato dai nostri antenati. Il culto per San Ciro, il 31, vede ancora ripetersi il rito dei fuochi e del divertimento collettivo. E’ importante evidenziare la doppia veste simbolica del fuoco. Da un lato esso rappresenta la distruzione di tutto ciò che angoscia la comunità (la fame, la malattia, la morte); dall’altra si presenta come rigeneratore per eccellenza, essendo considerato promotore della crescita dei raccolti, e del benessere dell’uomo e delle bestie, o positivamente stimolandoli, o negativamente stornando i pericoli e le calamità che li minacciano da cause come tuoni e lampi, incendi, insetti, sterilità, malattie. La tradizione dei falò che illuminano e riscaldano le serate di alcune festività del calendario cattolico è nata dalla fusione, attraverso secoli e percorsi intricati, della più lontana religiosità arcaica con la nuova religiosità cristiana e anche a ricordo di belle tradizioni ricorrenti nel passato, da non dimenticare, anzi, da far conoscere alle nuove generazioni, per mantenerle vive e solide.