Il Sindaco di Cagnano Varano, Michele Di Pumpo, ha deciso di attirare l’attenzione sulle condizioni critiche del Lago di Varano, il bacino costiero più esteso d’Italia, adottando un gesto di protesta fuori dall’ordinario. Si è incatenato su una barca nel mezzo del lago, al fine di manifestare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione del lago che, secondo il Sindaco, “sta morendo senza che nessuno faccia qualcosa”.
Attraverso diversi videoselfie condivisi sulla sua pagina Facebook, Michele Di Pumpo ha mostrato se stesso sulla barca, indossando la fascia tricolore. Ha annunciato che rimarrà lì fino a quando qualcuno non fornirà risposte alle problematiche che riguardano il lago, inclusi il suo ecosistema, il ciclo biologico e le attività produttive e turistiche. Ha espresso anche la sua gratitudine al Parco Nazionale del Gargano per il sostegno dimostrato.
Nel corso del nostro giornale radio odierno, abbiamo potuto ascoltare il suo appello disperato.
Nelle settimane precedenti, dopo che il colore del lago si è trasformato in marrone, l’Agenzia regionale per la Prevenzione e la Protezione dell’Ambiente (ARPA) ha effettuato rilievi sulle acque, evidenziando una significativa presenza di cianobatteri, organismi capaci di produrre potenziali cianotossine.
A causa di questa situazione preoccupante, il Sindaco di Ischitella, uno dei Comuni che si affacciano sul lago insieme a Cagnano Varano, ha emesso un’ordinanza che sconsiglia vivamente la balneazione per motivi di sicurezza.
La protesta del Sindaco Di Pumpo si rivolge anche alla Regione Puglia, affermando che non resterà immobile a guardare il lago morire in questo modo. Ha sottolineato che non esistono solo il Salento o Bari, ma che è fondamentale prestare attenzione a tutte le aree del territorio regionale.
Un lago che sembrava aver dato nuove prospettive economiche agli abitanti dei paesi che vi si affacciano, con alcuni prodotti. come le ostriche che erano diventate rinomate anche fuori dall’Italia.
Poi negli ultimi anni, il buio piu’ totale, e la disperazione per chi ha perso ogni possibilita’ di lavorare nella propria terra.