Roberto Burioni, ospite a “Che tempo che fa” dichiara:
Paragonare questo virus a un’influenza e’ come paragonare un petardo a una bomba a mano.
Un’altra cosa che si e’ sentita dire e che non e’ vera, e’ che si muore con il Coronavirus, ma non per il Coronavirus.
Io vorrei fare un esempio:
Un signore di 80 anni sta andando a giocare a carte con i suoi amici , come molti 80enni ha magari la pressione alta, come molti 80enni ha un po di diabete che tiene sottocontrollo con alcuni farmaci, ma e’ una persona che sta facendo una vita normale.
Questa persona viene investita da una bicicletta , ha la frattura di un osso della gamba, il femore, e muore.
Ma e’ morto per l’ipertensione? No, e’ morto per una frattura .
Purtroppo si muore PER il Coronavirus.
Muoiono piu’ le persone deboli, pero’ non bariamo con le parole, perche’ poi induciamo le persone nella convinzione errata che solo gli anziani e solo i malati sono in pericolo.
Non e’ vero perche’ c’e’ un terzo punto molto importante.
Il punto e’ che si stanno saturando le terapie intensive.
Nel momento in cui una terapia intensiva non ha piu’ posto, vuol dire che non puo’ piu’ curare nuovi malati di Coronavirus , e la mortalita’ si alza, il guaio pero’ , dopo, e’ un altro. Che ci puo’ essere un giovane di venticinque anni, che cade da una bicicletta, ha una ferita grave, oppure ha un incidente con l’automobile, dove lo mettiamo quello? Non lo possiamo curare, quindi, l’unico modo che abbiamo e’ rallentare questa epidemia, rallentando i contatti, non dandosi la mano quando ci si saluta, addirittura uscire di casa solo per quello che e’ indispensabile…