“All’ombra del gelso” di Lucia Cardillo è una raccolta di Haiku nella doppia versione italiana e inglese. L’autrice nasce e vive a Rodi Garganico e negli ultimi anni i suoi haiku sono stati pubblicati in tutto in mondo con traduzioni in varie lingue. Ha ottenuto premi e riconoscimenti e lei stessa raccontandosi alla rivista “Le Lumachine” n. 25 – Foglio degli amici degli amici dello haiku (ottobre 2017) – a cura di Stefano d’Andrea così descrive il suo incontro e la sua passione per questo genere di poesia:
“È nato così il mio amore, da un giorno all’altro, proprio come nascono a volte gli amori: senza un motivo preciso. L’ho visto per caso un anno fa, mentre scorrevo annoiata le pagine dei social network; un amico ne parlava ed ha suscitato la mia curiosità sempre alla ricerca di nuovi stimoli. Così l’ho cercato tra le maglie della rete, per sapere tutto di lui e della sua storia e pian piano me ne sono innamorata. L’ho portato nella mia vita e, in un certo senso, ha modificato la mia visione del mondo, guardo al di là di ciò che gli occhi mi mostrano, cercando l’essenza delle cose, soprattutto le più piccole e, all’apparenza, insignificanti. Ora lui accompagna silenzioso i miei sguardi, mi sussurra parole all’orecchio, mi invita a trasformare in parole le immagini e le sensazioni. Sì, parlo proprio di lui, lo haiku… Questa passione è divenuta ormai una compagna di viaggio; si sa che con gli anni il corpo rallenta, ma per fortuna la mente, se resta accesa, è più produttiva che mai e la mia è una fucina instancabile. I miei occhi catturano particolari: a volte sono solo sensazioni che cerco di trasformare in parole, a volte invece la poesia nasce da sola in un soffio, devo solo appuntarla e se quando la rileggo mi riporta all’emozione vissuta vuol dire che… forse è haiku.”
sono formica
su un piccolo fiore blu…
a primavera
Lucia Cardillo
——-ooo——–
Come definire l’haiku?
Nasce in Giappone ma è ormai diffuso in tutto il mondo. Tralasciando per brevità di esposizione le regole della sua struttura che ampio dibattito generano tra gli appassionati e studiosi di questo genere di poesia, diremo solo che l’haiku in tre versi (corto-lungo-corto) fissa con poche parole attimi di vita, stati d’animo, sentimenti ed emozioni, come in un’istantanea, quasi un fermo immagine dell’anima. Nello haiku c’è di base l’amore per la natura, l’osservazione dei cambiamenti attraverso il susseguirsi delle stagioni che si concretizzano nei petali di un fiore, nel volo di una farfalla o in un soffio di vento che spazza le nuvole in cielo. Nell’haiku si concretizzano quattro stati fondamentali dell’animo umano riassunte in questi quattro termini giapponesi: sabi, wabi, aware e yugen.
Sabi è la tranquillità trovata a volte nella solitudine, la pace che ci avvolge in alcuni luoghi, il distacco dalle cose, senza tristezza e rimpianto.
Wabi è la malinconia, quello stato d’animo che a volte ci vede passivi nei confronti di ciò che ci circonda. Ma è proprio in quei momenti che l’inatteso ci scuote e ci rivela che qualcosa di nuovo può sempre accadere, scacciando la tristezza.
Aware è il rimpianto, la nostalgia. Non c’è nemmeno in questo caso sofferenza o senso di perdita, ma presa di coscienza che non è possibile fermare il Tempo e tutto finisce.
Yugen è il mistero, l’ignoto, il meravigliarsi per le piccole cose, consapevoli che in esse c’è una sorta di magia che all’improvviso si svela al nostro animo.
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